Dal capitolo: "Con queste facce qui"
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La storia di Antonella, tra le tante storie dei fan di Luciano, raccontati nel libro per nome e cognome.
Dietro le graziose e apparentemente placide sembianze di Antonella, ventunenne di Palermo, si cela il prototipo della fan irriducibile pronta a tutto, capace di imprese al limite del logico e dell'umanamente possibile. Fin dal primo incontro con la musica di Luciano, avvenuto occasionalmente durante una scampagnata tra amici all'età di undici anni, la ragazza ha cominciato a dare del tu alle sue canzoni, coltivando un rapporto di confidenza e complicità difficile da spiegare a chi non prova un sentimento simile. Da quel primo ascolto, Antonella ha instaurato in casa una sorta di dittatura in nome del Liga, imponendo alla sua vittima preferita, la sorella maggiore, viaggi di migliaia di chilometri per accompagnarla nei luoghi consacrati al suo culto privato. E tutti, in famiglia, sono rassegnati all'idea che quando la fanciulla decide di mollare tutto per correre dal suo cantante preferito, è pressoché impossibile convincerla a desistere. È accaduto anche di recente, quando per assistere al Liga Day del 16 novembre allo IULM di Milano si è giocata l'ultima assenza per un laboratorio universitario con obbligo di frequenza e dovrà attendere un anno per rifarlo. Ma il momento in cui la fanciulla vive la metamorfosi completa è il live, durante cui le sue forze sembrano moltiplicarsi al punto da renderla invulnerabile alla stanchezza: "Una volta, dopo aver fatto una corsa pazzesca per arrivare ai cancelli all'alba e aver sostenuto un'attesa interminabile sotto il sole cocente di luglio per godermi il concerto al Velodromo di Palermo dalla prima fila, ho scoperto con sommo rammarico di avere sbagliato ingresso. A quel punto non ci ho visto più: ho cominciato a correre come una forsennata, travolgendo le transenne e chiunque si ponesse tra me e l'ingresso". E dopo il tormento, la sua passione è stata premiata con l'estasi: "Al concerto non esisteva altro, eravamo solo io e Luciano. E quando mi sono ritrovata a pochi metri da lui, non sono riuscita a fare foto o ad allungare una mano per toccarlo: ho colto l'occasione per dirgli quanto fosse importante per me. Anche se non ha potuto ascoltarmi allora, spero che adesso lo sappia".