Anteprima - Sulla sua strada
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Per gentile concessione di Arcana, LigaChannel propone in anteprima alcuni stralci da "Sulla Sua Strada - In Viaggio Con Luciano Ligabue", il volume di 372 pagine con oltre 500 foto curato da Corrado Minervini e Chico De Luigi, in libreria da venerdì 9 marzo. Da lunedì 5 a martedì 13 marzo (giorno del compleanno di Luciano), LigaChannel ha pubblicato ogni giorno un testo e una foto estratti dai vari capitoli del libro.
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(13 marzo)
Dal capitolo: "Ultima fermata, l'orizzonte"
Il viaggio sulle vie del Liga si conclude davanti alla non-destinazione di un orizzonte aperto, dove si intrecciano e si disperdono i sentieri che egli stesso ha tracciato con i suoi dischi. In tanti hanno attraversato i solchi, ormai soltanto immaginari, dei suoi album fermandosi per un ristoro sulle sponde di una canzone oppure imprimendo una botta di acceleratore sul rettilineo soleggiato di un'altra. [leggi tutto]
(12 marzo)
Dal capitolo:
"Impressioni da bordocampo"
Lo stadio
Una sosta obbligata per il nostro viaggio tra i luoghi sacri e profani del Liga.
Il luogo in cui l'emozione diventa pura energia e la felicità di un istante si trasforma in un tumulto d'anime in festa per una canzone come per un gol. Dentro quel catino, in mezzo a quel casino, la tua voce diventa coro, i sentimenti singolari diventano plurali e ti entrano dentro senza chiedere il permesso, sfondando la cassa toracica con una botta da migliaia di watt. [leggi tutto]
(9 marzo)
Dal capitolo:
"Con queste facce qui"
La storia di Antonella, tra le tante storie dei fan di Luciano, raccontati nel libro per nome e cognome.
Dietro le graziose e apparentemente placide sembianze di Antonella, ventunenne di Palermo, si cela il prototipo della fan irriducibile pronta a tutto, capace di imprese al limite del logico e dell'umanamente possibile. Fin dal primo incontro con la musica di Luciano, avvenuto occasionalmente durante una scampagnata tra amici all'età di undici anni, la ragazza ha cominciato a dare del tu alle sue canzoni, coltivando un rapporto di confidenza e complicità difficile da spiegare a chi non prova un sentimento simile. [leggi tutto]
(8 marzo)
Dal capitolo:
"Collezione privata"
Il 3 ottobre 2006, proprio nel giorno in cui usciva il suo libro e partiva il tour teatrale, ho ricevuto una e-mail.
Che riporto testualmente.
Sulle prime, sinceramente, ho pensato si trattasse di uno scherzo.
Duecentocinquanta dischi: un numero esagerato, proprio impossibile.
Dopo un attimo di esitazione ho lasciato scorrere lo sguardo sulla lista: dentro c’era un bel pezzo di mondo del Liga che, in buona parte, mi ricordava un luogo familiare. Una sensazione che proveranno molti, una volta varcata la soglia delle prossime pagine. Per quanto riguarda film e libri, eserciterò il mio diritto a immaginare (speriamo bene). [ leggi tutto ]
(7 marzo)
Dal capitolo:
"Sogni nell'armadio, camicie nei cassetti"
Il camerino di Luciano è uno dei posti più accoglienti che mi sia capitato di visitare da quando ho intrapreso il mio "viaggio clandestino" sulle carovane del rock spacciandolo per un mestiere.
Che si tratti dello sgabuzzino ricavato nel retropalco di un piccolo locale o dello spogliatoio arbitri di uno stadio, dentro quel camerino c'è aria di casa: un'illuminazione mai troppo violenta, un’acustica esterna attutita da tendaggi e tappeti, profumo di incenso indiano all'arancia, eucalipto e cannella. [ leggi tutto ]
(6 marzo)
Dal capitolo:
"C'era una volta in Emilia"
Abbiamo capito (almeno in parte) in quale ambiente sia nato e cresciuto Luciano Ligabue. E abbiamo capito (almeno in parte) le ragioni per cui a Correggio ci sia una densità così alta di matti e di geni rispetto alla popolazione.
La nostra intenzione non era di rivelare ciò che c’è dentro le canzoni, ma il mondo che c’è dietro l’arte di chi le ha create. E tutto – ad ogni nostro ritorno, ad ogni nuovo incontro – è diventato più chiaro. [ leggi tutto ]
(5 marzo)
Due sulla strada (nota degli autori)
Sempre sulla sua strada.
Così Luciano Ligabue ha deciso di trascorrere il 2006. Facendo un calcolo sommario della distanza percorsa tra il primo e l'ultimo concerto di quest'anno straordinario, senza ovviamente tener presenti le escursioni, i day off e i ritorni a Correggio, siamo nell'ordine di oltre ventimilacinquecento chilometri: l'equivalente di mezzo giro del mondo, passando per l'equatore. Tutto per placare la voglia di un abbraccio negato per troppo tempo. [ leggi tutto ]
Corrado Minervini
(visto da Chico De Luigi)
Corrado detto Dado Minervini è un cartone animato. Quando vuole stare leggero ordina una margherita con patatine fritte e wurstel, quando ha sete non ordina mai birra e gazzosa.
Quando è timido alza gli occhi al cielo, è il momento in cui fa più ridere. Nonostante dentro di sè racchiuda un tenero panda la sola vista di un gatto lo terrorizza, e corre ai ripari nascondendo la sua preziosa giacca di pelle per non farsela graffiare. Ha una collezione di tre cappelli provenienti da tutto il mondo, ne va molto fiero. Poi però ogni volta che dovevo fargli una foto indossava sempre lo stesso maglione e lo stesso ciuffo ribelle a mò di Alfa Alfa. Il Dado proviene dalla east coast, più precisamente da Molfetta, forse è per questo che mi sono trovato subito bene con lui, condividiamo da tempo lo stesso mare.
Di musica e di cinema ne sa a pacchi e, a differenza di tanti, non fa lo sborone quando ne parla. E’ probabile che, come dice lui, in trasferta al nord abbia mantenuto un profilo basso, ma nonostante ciò ho pianto dal ridere tutte le volte che ci siamo trovati sulla stessa strada. Ah, dimenticavo, Corrado ha una straordinaria sensibilità, le parole messe in fila da lui provocano emozioni intense e come per magia rivivi ciò che hai visto tanto tempo prima.
Chico De Luigi
(visto da Corrado Minervini)
Chico è di Rimini, e scatta fotografie per vivere. Chico saluta la gente per strada, e la gente gli risponde, anche senza conoscerlo.
Chico canta ad alta voce nei supermercati e chiama ogni commessa "bella gnocca", finché non arriva qualcuno della sicurezza a dirgli che non si fa.
Chico si addormenta sui divani, anche di pomeriggio, eppure riesce ad anticipare gli eventi di quella frazione di secondo necessaria per fissarli in un'immagine. Chico ha l'istante nell’istinto, vive di attimi e agli attimi dà la vita nel tempo di uno scatto. Chico ha fatto la più bella foto di sempre a Fellini, ma gli è rimasta negli occhi e nelle parole. Chico è indisciplinato, chiassoso, completamente folle.
Chico di cognome fa De Luigi. Chico non ti concede molte alternative:
o gli vuoi bene o vuoi sparargli. Sarà la fortuna, sarà che ha gli occhi veloci, fino a oggi deve aver schivato tutti i colpi.