3. Nel tempo
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Questo testo, pubblicato in anteprima in occasione del compleanno di Luciano, racconta alcuni eventi del suo "romanzo di formazione". Cinquant'anni di vita non possono certo essere riassunti in una canzone, e Ligabue sceglie la strada della citazione per evocare solo alcuni momenti che riguardano soprattutto i suoi primi vent'anni. In questo caso "mostri e fantasmi" hanno un nome e, per la maggior parte, una connotazione positiva.
Luciano parte subito con un certo humor:
"c'ero quando sono nato"
per poi lasciarsi andare al racconto della "sua" Italia del boom anni '60:
"Zorro, Blek e Braccobaldo,
Belfagor e Carosello
e hanno ucciso Lavorini
e dopo niente è stato come prima."
e a quella -piena di curiosità e di voglia di cambiamento, ma anche di tensioni- degli anni '70:
"c'ero nel '77
a mio modo e col mio passo.
Il processo a De Gregori..."
per poi arrivare a un chorus che riassume:
"tempo
tutto il tempo lì a tenere il tempo.
che fosse il mondo o solo fantasia
o quello di una batteria
era sempre tempo"
La chiave di volta della canzone è stata la decisione di farne un pezzo rock, potente e veloce: potenza e velocità sembrano infatti rispecchiare il modo in cui chi racconta sembra avere vissuto.
"Tutti quegli scherzi che fa il tempo
tutte quelle foto che non ho
ne ho scattate solo un po'
non ne ho mai avuto il tempo."
Prima dell'ultimo ritornello c'è uno special dal chiaro sapore new wave anni '80, in cui i “c'ero” sono cantati in coro come se quella prima persona singolare diventasse plurale, quasi a suggerire la condivisione collettiva di almeno una parte del percorso; la canzone poi decolla di nuovo per esplodere e distendersi nel refrain finale.