"Ligabue" canzone per canzone
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Speciali Bar Mario - "Ligabue" 1990 - 7a parte
La tappa finale dello Speciale con i vostri racconti giunti attraverso il form, i risultati del sondaggio e una sorpresa esclusiva (anche radiofonica) è in fase di decollo.
Nel frattempo, il "viaggio" del primo disco di Luciano raccontato da lui e dai diretti protagonisti arriva a destinazione con "Sogni di R&R", "Radio radianti", "Freddo cane in questa palude", "Angelo della nebbia" e "Figlio d'un cane".
Ecco le testimonianze riguardanti questi ultimi cinque brani:
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SOGNI DI R&R
Scritta da Luciano e inizialmente incisa da Pierangelo Bertoli un paio di anni prima in suo disco (con la partecipazione del Liga stesso nei controcanti), "Sogni di R&R" si è rivelata da subito una canzone cruciale. Nel tempo, la versione di Luciano ha acquisito una sua precisa importanza: più di altre, ha infatti dato modo al Liga di capire ulteriormente quanta responsabilità può avere un cantante nei confronti del suo pubblico.
Il racconto è quello dei "post sabato sera", quando la compagnia si ritrovava di notte, dopo che ognuno aveva trascorso a suo modo la serata:
"Un rito che vivevo spesso con i miei amici...salivamo in auto con l'autoradio a palla e ci improvvisavamo una band: ognuno faceva il playback di una parte, proprio come dice il testo... Non c'era una direzione, c'era solo il bisogno di sentirsi complici."
"5 idioti del playback" che se la cantano (e se la sognano) prima di rincasare.
Ascolta il commento di Luciano
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RADIO RADIANTI
Un certo modo di fare radio un po' troppo artefatto, a Luciano non andava proprio a genio:
"Era un'epoca in cui sentivo gli speaker di alcune radio adottare l'impostazione da deejay, cosa che non ha niente a che fare con la comunicazione reale..."
Anche se il testo, a detta stessa di Luciano, non è dei migliori, lo "shuffle" che contraddistingue il brano da un punto di vista musicale, fa guadagnare a "Radio radianti" il suo posto nell'album.
Ascolta il commento di Luciano
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FREDDO CANE IN QUESTA PALUDE
ANGELO DELLA NEBBIA
Durante i tempi morti in sala d'incisione, tra appunti, citazioni e scarabocchi su un quaderno, nasce "Freddo cane in questa palude", rivelandosi immediatamente quale introduzione perfetta a un brano intenso e ambizioso (dal punto di vista autorale) come "Angelo della nebbia":
"E' l'unica mia canzone di cui ho scritto prima il testo della musica".
L'ambientazione è la campagna emiliana, con la sua quasi perenne foschia unita al grigiore invernale, capace di far affinare i sensi al punto dal "sognare" che un angelo assecondi il desiderio di "un po' di colore".
Ascolta il commento di Luciano
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FIGLIO D'UN CANE
Il disco si chiude alla grande.
"L'urgenza, la velocità di questa canzone volevano essere punk."
Niente ballad o cavalcata epica bensì un pezzo scarno, duro e veloce che affronta il tema dell'identità (il brano nacque originariamente col titolo "Identità: figlio d'un cane"), argomento caro a Luciano. L'interpretazione schietta e rabbiosa di testo e musica riflette il pensiero e lo stato di coloro che hanno vissuto la fine degli anni 80 e l'inizio dei 90 provando forte senso di inadeguatezza: un modo più sfrontato, probabilmente, per ribadire che "Non è tempo per noi".
Anche "Figlio d'un cane" fu incisa precedentemente da Bertoli in suo album.
Ascolta i commenti di Luciano e di Ghezzi
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